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Isteroscopia diagnostica: Quanto mi farà male?

Gentili signore,
per una volta desidero affrontare un argomento medico in maniera colloquiale per cui chi di voi volesse informazioni più rigorose sulla Isteroscopia le troverà nella sezione “La salute delle Donne” in questo stesso sito.
Come ho scritto nel presentarmi in home page, il mio interesse principale è nella chirurgia ginecologica mininvasiva e ho fin dall'inizio della mia carriera cercato di acquisire e affinare le tecniche per poter ottenere i migliori risultati minimizzando i disagi.
Nel caso non vi fosse stato spiegato l'isteroscopia serve a guardare con una telecamera all'interno dell'utero e del canale che lo congiunge con la vagina e si effettua tutte le volte che ci sia il sospetto di alterazioni come polipi, fibromi e ispessimenti del tessuto di rivestimento interno, di malformazioni come alterazioni nella forma e nella dimensione della cavità e poi ancora nei casi di infertilità.


Quando mi insegnarono la tecnica e cominciai a fare i primi esami la strumentazione era tale che per forza di cose non era quasi mai possibile rendere l'esame indolore.

Lo strumento infatti aveva un diametro maggiore di 5 mm. che possono sembrare pochi ma che invece sono spesso di più del calibro del canale cervicale quello cioè che dalla vagina porta alla cavità uterina; da ciò ne risulta che non era possibile arrivare a completare l'esame senza che lo strumento stesso dilatasse il canale provocando spesso fastidio. A questo bisogna aggiungere che la cavità uterina in condizioni normali non è per nulla una cavità, le pareti infatti sono a contatto l'una con l'altra senza nessuno spazio libero all'interno e come è facile capire, entrando con una telecamera senza distendere e separare le pareti non si vedrebbe nulla. All'epoca, e in molti ambulatori ancora oggi, questa distensione si otteneva facendo penetrare del gas e questo poteva (come vi spiegherò più avanti) causare ulteriori fastidi.
Veniamo allora alla domanda del titolo: “Quanto fa male l'isteroscopia?” E alle domande che spesso seguono… “Ma non si potrebbe ottenere gli stessi risultati con un esame meno doloroso?” Oppure… “Ma non si potrebbe fare in anestesia?” E così via.
Per non tenervi in sospeso vi dico subito che oggi le pazienti che al termine dell'esame lo definiscono fastidioso sono una esigua minoranza e descrivono la sensazione come simile a quella di una mestruazione, questa sensazione dura i pochi minuti dell'esame e talvolta qualcuno dopo. La grande maggioranza riferisce di non avere avuto particolari disagi, praticamente tutte dicono che si aspettavano l'esame molto più doloroso e molte si dispiacciono di avere avuto paura e ansia senza motivo.
Facciamo allora un passo indietro e cerchiamo di capire come mai l'Isteroscopia diagnostica abbia una pessima reputazione e faccia tanta paura e perché invece alla resa dei conti possa essere molto meno invasiva di quanto la sua fama porti a pensare:

Un primo motivo ve lo ho gia anticipato, le strumentazioni tradizionali erano più grandi e causavano un maggiore disagio. Oggi ci sono strumenti da 2 mm di diametro che se ben condotti non devono in alcun modo “forzarsi” la strada attraverso il canale cervicale.
L'anidride carbonica, mezzo di distensione tradizionale, spesso passa attraverso le tube fin dentro l'addome e raccogliendosi sotto il diaframma può provocare un dolore irradiato alla spalla che oltre a provocare disagio mette spesso in allarme e genera ansia nelle donne che non siano state adeguatamente informate. Secondo la mia esperienza la soluzione fisiologica sterile fornisce una dilatazione più dolce e come vedremo poi meglio modulabile.
Per effettuare l'esame è necessario trovare l'inizio del canale cervicale sul collo dell'utero per posizionarvi lo strumento, per ottenere ciò si ricorre ad uno speculum che spesso viene lasciato in sede per tutto l'esame. Io sono convinto che rimuovere lo speculum appena identificato il collo o evitare del tutto di usarlo quando percepito come traumatico riduca in maniera molto significativa il livello di disagio della isteroscopia.

 

Il mezzo di distensione viene di norma iniettato o insufflato con una pressione costante. In realtà la pressione da esercitarsi è quella minima sufficiente a fare dischiudere la cavità e a permettere una buona visione, non è raro che si possa effettuare buona parte dell'esame con una pressione del mezzo di distensione prossima allo 0 con grande riduzione del disagio.
Per esplorare la cavità lo strumento viene spostato in tutte le direzioni. Spesso non si sfrutta l'angolazione dell'estremità dello strumento che consente di utilizzarlo come un periscopio potendo esplorare in tutte le direzioni senza necessità di inclinare con l'isteroscopio anche il collo dell'utero.
Quanto vi ho appena descritto si è dimostrato vero perfino nelle donne in menopausa in cui per vari motivi l'esame è considerato anche più delicato (citazione).
Infine lasciatemi dire che a nessuno piace farsi fare cose sul proprio corpo senza avere ben chiaro il perché e il come e senza una comunicazione che passo passo faccia comprendere cosa stia avvenendo, cosa stia per avvenire e il significato di quello che si vede. Una serena conversazione preliminare e un franco colloquio durante e dopo l'esame sono a mio parere in grado di abbattere l'ansia e la tensione in maniera così importante da ridurre anche il discomfort dell'esame in toto.
Concludendo credo di potere affermare che, se effettuata da operatori esperti, l'isteroscopia sia un pratica ambulatoriale molto ben tollerata e spessissimo accompagnata da un livello veramente minimo di discomfort. E se quanto vi ho scritto non è bastato a togliervi i dubbi e le ansie che precedono qualsiasi esame ricordatevi che nessuno è autorizzato a effettuare o proseguire un esame senza il vostro consenso quindi semmai doveste sentirvi troppo a disagio è sufficiente dire “basta” e l'esame può essere sospeso in qualsiasi momento.
Vi aspetto per darvi qualsiasi altra spiegazione vi sembri utile.

Dott.Giulio Lanzi

Medico Chirurgo Specialista in ginecologia e ostericia
Iscrizione Ordine dei Medici di Roma n°47912
Partita Iva 07851481007

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 Il Dott. Giulio Lanzi collabora con la testata Gravidanzaonline.it.gravidanzaonline.it Visita il suo profilo >>

 

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